L’esperienza del Clan Fenice, Carpi 3, in Albania per la route estiva

Da un piccolo seme un grande albero

“Un incontro che genera un cammino di relazione e fiducia”: questo è il nome del capitolo che per quasi tutto l’anno ha accompagnato e guidato la progettazione e quindi la grande esperienza della route di servizio in Albania del Clan Fenice. Quella semplice frase ha trovato piena realizzazione nell’esperienza vissuta a Gramsh dal 24 al 30 luglio. La route è nata  dall’esigenza dei ragazzi del Clan di vivere un’esperienza di servizio a contatto con la povertà, con particolare riferimento ad esperienze di volontariato internazionale. La route è nata anche perché ha incontrato l’esigenza delle Sorelle della Carità di San Vincenzo De Paoli, sempre in attesa di chi possa portare nel distretto di Gramsh entusiasmo e speranza per i bambini e i giovani che vivono là. Da queste esigenze sono scaturiti gli obiettivi, condivisi con le famiglie e la parrocchia: imparare a essere dono per gli altri; conoscere e vivere lo spirito di missionarietà; conoscere e capire le difficoltà di un paese e della relativa popolazione; promuovere la formazione del carattere; favorire l’autonomia e il prendere decisioni in vista di un obiettivo.

La preparazione

Nello svolgimento del Capitolo il Clan ha avuto un primo contatto, anche diretto grazie a preziosi testimoni, con la realtà albanese, studiandone la storia e gli stili di vita. L’entusiasmo dei ragazzi, che non è mai mancato, era una componente necessaria. Al grande impegno logistico ed economico (sono state numerose le attività di autofinanziamento), non è stata seconda la preoccupazione dello staff di favorire e verificare costantemente la solidità delle motivazioni dei ragazzi.

Emergenza visibile

A Gramsh ci sono 101 battezzati e poco o niente da fare per i tanti bambini e ragazzi che vi abitano, loro sono la speranza dell’Albania, ma le opportunità sono troppo poche. L’emergenza educativa si vede, nelle strade. Le suore curano molto i bambini e hanno, negli anni, preparato alcuni animatori, ancora giovanissimi, che le affiancano nelle attività o si recano nei quartieri invitando a giocare bambini e ragazzi. Durante la nostra permanenza a Gramsh non abbiamo fatto altro che seguire le suore della comunità nei loro diversi servizi che, oltre all’animazione per i bambini, comprendono l’accompagnamento dei malati della città nelle loro esigenze primarie. Così abbiamo toccato ancor più nel vivo il dramma della povertà di famiglie che abitano tra muri di pietra privi di infissi, di anziani e disabili cui manca l’assistenza di base. Tuttavia non abbiamo incontrato la disperazione e questo ci ha insegnato molto.

Responsabilità nel servizio

La dignità delle persone che abbiamo cercato di servire con le nostre mani inesperte ci ha parlato di un rispetto dovuto a chi ci offre la possibilità di seguire Gesù nella strada del servizio. La responsabilità e la puntualità nel servizio, l’attenzione verso il diverso sono punti che ci siamo resi conto di dare spesso per scontato, mettendo le esigenze personali al primo posto nel momento di servire, pensando in modo errato che il povero, il disabile, la guida, il lupetto siano lì ad aspettare che noi offriamo loro dignità, aiuto, educazione. Il desiderio di condividere questa esperienza al nostro ritorno, proprio di noi capi come e soprattutto dei ragazzi, sottolinea come un seme piantato nel clima favorevole della route, possa iniziare da subito a germogliare, conquistando rapidamente il cielo, allargando la sua ombra di entusiasmo su chi ci incontra.

Lo staff


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