Il clan del Forlì 2 in route a Scampia

Il che cosa consisteva il nostro servizio?

Il nostro clan è stato ospitato in una struttura chiamata Centro Hurtado, gestita dai padri gesuiti e frequentata dal gruppo scout di Scampia, il Napoli 14.

Durante la giornata il nostro compito era quello di andare alle Vele e al lotto P, un’altra zona molto degradata, prendere i bambini dalle loro abitazioni e portarli a giocare alla Villa Comunale, un grande parco dove i bambini potevano correre e divertirsi.

Prendere i bambini dalle loro case non era semplice come può sembrare. Spesso i genitori dei bambini ci rispondevano male rifiutandosi di lasciarci i figli, o al contrario mostravano di non interessarsi minimamente ai figli e a dove andavano. Abbiamo assistito a scene di violenza nei confronti dei bambini, siamo entrati nelle abitazioni vedendo con i nostri occhi il degrado in cui vivono gli abitanti delle vele, ci è capitato di incontrare spacciatori e tossicodipendenti mentre salivamo le scale o camminavano tra le strutture traballanti.

D’altra parte però, durante il nostro servizio abbiamo incontrato anche famiglie che ci hanno accolto, che erano felici di scambiare due parole con noi, offrirci un caffè e affidarci i loro bambini. Entrando in alcune abitazioni poi, quasi ci dimenticavamo di essere dentro le vele, ci ritrovavamo in quello che poteva essere un normalissimo appartamento di Forlì, ben tenuto e curato.

Alla Villa Comunale organizzavamo tutti i giorni delle attività da fare con i bambini, incentrate sul tema di Peter Pan. Tuttavia non era semplice farli giocare, poiché non rispettavano le regole e spesso correvano senza controllo. Dopo i primi giorni hanno imparato a conoscerci e siamo riusciti a farli divertire.

Abbiamo capito che basta davvero poco per fare felici dei bambini che non hanno nulla.

A metà settimana li abbiamo portati a fare una gita al mare. Non tutti i bambini sono potuti venire, perché abbiamo richiesto un contributo di 2€ per pagare il pullman, e molte famiglie non potevano permetterselo.

Durante il nostro servizio abbiamo ascoltato diverse testimonianze: Davide Cerullo, un ex pusher, una maestra in pensione delle scuole elementari di Scampia e il commissario della polizia.

Sia le testimonianze, che il poter vedere con i nostri occhi la realtà del quartiere ci hanno fatto capire che Scampia con è come ce la aspettavamo, come la descrivono i giornali e la televisione. Non si incontra gente armata per strada, la situazione è profondamente cambiata negli ultimi anni. Se dieci anni fa Scampia era la principale piazza di spaccio d’Europa oggi il fenomeno è stato arginato moltissimo, diminuendo di oltre l’ 80%.

Ciò è dovuto sicuramente all’impegno delle forze dell’ordine ma, in grandissima parte, anche alla gente onesta che vive nel quartiere. Persone che, esasperate, hanno cominciato a denunciare alla polizia molto più spesso.

E’ proprio la gente che ha voglia di cambiare la situazione. Purtroppo però, non ottiene il sostegno dello Stato di cui avrebbe bisogno. Anzi, continua a vedere vanificati i propri sforzi dai Media, che continuano a fornire la stessa immagine di Scampia così com’era dieci anni fa, accentuando solo gli aspetti negativi e ignorando così tutti i cambiamenti che sono in atto.

Molti genitori mostravano riconoscenza e rispetto per quello che il clan Napoli 14 faceva per i loro bambini, riconoscevano che c’era del buono in quel centro estivo e in quel particolare modo di vivere. E anche se tornavamo la sera stanchi morti e sfiniti, abbiamo imparato che quel “grazie” detto dai genitori sulla soglia di casa ha veramente un valore inestimabile.

 

 

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