Cento anni di scautismo cattolico in Emilia Romagna

Un secolo. Cento anni di storia ci separano da quel primo Riparto fondato a S. Giovanni in Monte in Bologna da don Emilio Faggioli, seguendo i principi dello scautismo, il metodo inventato dal Generale inglese Robert Baden-Powell. Anzi, “escogitato”, come scriveva lo stesso don Emilio riconoscendo non solo l’originalità ma la genialità di una proposta educativa in cui gli ingredienti risultano così magistralmente dosati, per affascinare i giovani e “prepararli alla vita, formandone il carattere ed educandone il cuore alla carità”.

Un periodo storico che ha visto due guerre mondiali, la transizione dalla monarchia allo stato repubblicano passando per una dittatura che, non riuscendo a fare dello scautismo uno strumento proprio di indottrinamento, aveva risolto di vietarlo. Poi la rinascita e l’accelerazione di un movimento in espansione continua dentro un mondo che cambiava e si muoveva sempre più rapidamente fino ad oggi. Un secolo.

Tra i tanti esordi di scautismo che si moltiplicavano nelle regioni italiane come nel mondo, quello di Bologna fu senza dubbio uno dei più significativi per l’impronta fortemente cristiana data da don Emilio. Citava orgogliosamente gli atti della conferenza mondiale di Parigi del 1922 – quella in cui nacque WOSM, l’Organizzazione mondiale del movimento scout – in cui era stato scritto “senza Dio non vi è né scout né scautismo”. Queste parole rappresentavano una precisa approvazione dello stile dei Riparti che pian piano, non senza fatica, nascevano nelle provincie della nostra regione. “Nel campo pedagogico, – scriveva nella sua relazione come Commissario regionale dell’ASCI – riteniamo assurda la pretesa di lavorare efficacemente senza porre Dio a fondamento della autorità ed a base dell’amore. I sacrifizi che si richiedono ai giovani con ogni sistema di educazione e che si esigono più numerosi ed intensi dal metodo scautistico, non sapremmo in nome di chi o per che cosa chiederli, se non in nome di Dio creatore …”.

Era il 1922 e lo scautismo cattolico in Emilia Romagna, lo scautismo di don Emilio, riceveva conferme ideali dal movimento mondiale ma anche risposte esemplari dei ragazzi di tutta la regione, dove in cinque anni gli Scout dell’ASCI erano ormai diventati una realtà diffusa. Don Emilio si sentiva già pronto a farsi da parte rimettendo il suo mandato e lasciando spazio ad altri. In realtà, come sappiamo, rimase per molti anni assieme alla sua “grande famiglia” e fu un immenso dono. Un dono che oggi, a cent’anni di distanza, ha dato frutto a tal punto che siamo in oltre 20mila a seguire le sue orme.

Quest’anno ricorre il centenario dello scautismo cattolico in Emilia Romagna, a cui l’esperienza dell’Asci a S. Giovanni in Monte ha dato il primo impulso. Per questo sarà nel luogo in cui i primi ragazzi indossarono quel fazzolettone, nel lontano 1917, che assieme alle associazioni sorelle, Masci ed FSE, celebreremo questa ricorrenza:

Sabato 30 Settembre, ore 16

 

Programma dell’evento

16:00   Saluto ai partecipanti e rievocazione del percorso compiuto in cent’anni di scautismo cattolico in regione con Associazioni, Movimenti e ambasciatori dalle Zone, attraverso le testimonianze e la presentazione fotografica dell’evoluzione dello scautismo cattolico.

17:15   Benedizione e posa della targa, rinnovo della promessa

17:45   S. Messa.

19:00   Chiusura.

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